La Gazzetta del Mezzogiorno, martedì 26 agosto 2014
Giorgio Nebbia nebbia@quipo.kt
Nei vari dibattiti sull’inquinamento dovuto allo stabilimento siderurgico di Taranto più volte è stata citata una apparecchiatura ausiliaria degli altoforni chiamata “cowper”, un ingegnoso sistema inventato nell’Ottocento al fine di risparmiare energia e di evitare la dispersione del calore nell’ambiente. Non siamo stati i primi a pensare al risparmio energetico e a pensare come produrre merci e manufatti cercando di consumare meno materie prime e meno energia, anzi alcune innovazioni "ecologiche" furono applicate proprio nell'industria più inquinante, quella del carbone e dell'acciaio.
Nella metà dell'Ottocento l’acciaio si produceva già, come del resto ...
La Gazzetta del Mezzogiorno, 22 aprile 2014
Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it
Che cosa c’entra una caffettiera con l’ambiente ? Forse più di quello che si creda perché la stessa persona, Benjamin Thompson (1753-1814) che ha scoperto alcune leggi fondamentali che consentono oggi di “perdere” meno calore nell’ambiente e che ha inventato dispositivi per diminuire l’inquinamento, ha inventato anche nel 1806 la prima caffettiera, quella a percolazione usata negli Stati Uniti (la caffettiera “napoletana”, comune da noi, è stata inventata invece dal francese Morize. nel 1819). Thompson, di cui ricorre quest’anno il bicentenario della morte, fu un personaggio straordinario, davvero fuori del comune perché ...
La Gazzetta del Mezzogiorno, domenica 24 febbraio 2008
Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it
Ho sempre pensato che la transizione dallo stato di primate a quello di “uomo”, di “uomo-e-donna”, di esseri umani, insomma, sia avvenuto quando qualcuno ha imparato a comunicare le proprie esperienze e conoscenze ad altri, con la parola, con “segni”. I “graffiti”, quei disegni incisi sulle pietre, probabilmente spiegavano e avvertivano come stare alla larga da certi animali e come catturarne altri e come difendersi da aggressori; poi rapidamente si è passati ai segni che indicavano suoni e parole, poi alla scrittura vera e propria. Poi bisognava che gli scritti fossero ...
La Gazzetta del Mezzogiorno, sabato 19 marzo 2012
Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it
La storia della merceologia mostra che la maggior parte delle merci comparse nel mercato, vi resta più o meno a lungo e poi decresce o scompare, proprio come qualsiasi forma di vita vegetale o animale, tanto che si può ben parlare di storia naturale delle merci. Qualche volta alcune merci o alcune tecnologie scompaiono perché, dopo qualche tempo, si vede che sono inefficaci o addirittura nocive. Si è dunque di fronte a delle vere e proprie trappole tecnologiche; spesso si tratta di merci che sono state salutate, al loro inizio, come ...