Archive for category Pace
Where does the church stand on nuclear weapons? Under Pope Francis the church turns on nuclear deterrence.
U.S. Catholic, Vol. 83, No. 9, pages 12–18, (September 2018); https://www.uscatholic.org/articles/201809/where-does-church-stand-nuclear-weapons-31504
Kevin Clarke
In April Pope Francis reached out to his followers on Twitter: “Do we really want peace?” he asked. “Then let’s ban all weapons so we don’t have to live in fear of war..”
The pope’s improbable proposal was forwarded and mocked in equal measure by thousands around the world, but it wasn’t long before a handful of more astute Twitter users, perhaps aware of changes in recent years regarding the church’s posture toward nuclear weapons, ...
Ecologia Politica, 27, (7/8), luglio-agosto 2017; http://www.ecologiapolitica.org/wordpress/wp-content/uploads/2017/08/02-Nebbia1.pdf
Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it
Articolo 1. Impegni generali.
1. Ciascuno stato firmatario si impegna, in qualsiasi circostanza, a non:
(a) sviluppare, produrre, fabbricare, comunque acquistare, possedere o immagazzinare armi nucleari o altri dispositivi esplosivi nucleari;
(b) trasferire a chiunque comunque armi nucleari o altri dispositivi esplosivi nucleari, o il controllo diretto o indiretto su armi nucleari o dispositivi esplosivi nucleari;
(c) accettare, direttamente o indirettamente, il trasferimento di, o il controllo su, armi nucleari o dispositivi esplosivi nucleare;
(d) usare o minacciare l’uso di armi nucleari o altri dispositivi esplosivi nucleari;
(e) condurre qualsiasi esplosione sperimentale di qualsiasi arma nucleare o dispositivo ...
Il manifesto domenica 26 marzo 2017; https://ilmanifesto.it/cinquantanni-fa-lenciclica-indicava-la-via/
Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it
Sembrano passati secoli, eppure sono passati solo cinquant’anni dal 1967, quando è stata pubblicata l’enciclica “Populorum progressio”, scritta da Paolo VI. Tempestosi e ricchi di speranze quegli anni sessanta del Novecento; si erano da poco conclusi i lavori del Concilio Vaticano II che aveva aperto al mondo le porte della chiesa cattolica; era ancora vivo il ricordo della crisi dei missili a Cuba, quando il confronto fra Stati Uniti e Unione Sovietica con le loro bombe termonucleari, aveva fatto sentire il mondo sull’orlo di una catastrofe; i paesi coloniali stavano lentamente e faticosamente ...
La Gazzetta del Mezzogiorno, martedì 1 dicembre 2015
Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it
Settanta anni sono un periodo lunghissimo; chi ha oggi venti anni ha, della seconda guerra mondiale, finita nel 1945, lo stesso ricordo che io potevo avere, quando avevo venti anni, delle guerre di Indipendenza, cioè niente. Con la differenza che le guerre di indipendenza dell’Italia avevano lasciato conseguenze soltanto politiche, amministrative e sociali, mentre la seconda guerra mondiale coinvolge, a loro insaputa, i ventenni di oggi e quelli che verranno, per molte generazioni, con l’eredità politica e ecologica della bomba atomica. Per conservare questo ricordo proprio nel dicembre di settanta anni ...
Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it
Settanta anni sono un periodo lunghissimo; chi ha oggi venti anni ha, della seconda guerra mondiale, finita nel 1945, lo stesso ricordo che io potevo avere, quando avevo venti anni, delle guerre di Indipendenza, cioè niente. Con la differenza che le guerre di indipendenza dell’Italia avevano lasciato conseguenze soltanto politiche, amministrative e sociali, mentre la seconda guerra mondiale coinvolge, a loro insaputa, i ventenni di oggi e quelli che verranno, per molte generazioni, con l’eredità politica e ecologica della bomba atomica. Per conservare questo ricordo proprio nel dicembre di settanta anni fa, pochi mesi dopo il bombardamento americano ...
XXVIII Congresso Nazionale, Segretariato Italiano studenti Medicina, Bari, 22-26 Ottobre 1997. Venerdi 24 ottobre 1997 - Giornata per la Pace
Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it
Gli esseri umani soddisfano i propri bisogni – di cibo, di acqua, di fonti di energia, di mobilità, di lavoro, di dignità, di libertà, di conoscenza, eccetera – mediante oggetti o beni materiali, fisici: la casa, la città, la strada, le macchine, i campi coltivabili. Tali beni materiali sono resi possibili attraverso la trasformazione delle risorse naturali in oggetti, attraverso vari processi di produzione, e poi di “consumo”, fino a che, prima o poi, tutto quello che è stato estratto dalla natura ...
Intervento all’Assemblea sul tema: “Gioia e speranza, misericordia e lotta. A cinquant’anni dalla Gaudium et Spes”, Roma, Auditorium, Largo dello Scautismo 1, 9 maggio 2015. http://www.chiesadituttichiesadeipoveri.it/09maggio2015/documenti/Nebbia.pdf
Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it
Agli inizi degli anni sessanta si stava affacciando una domanda di giustizia alla quale le chiese cristiane e la Chiesa cattolica dovevano prestare attenzione; Il geografo francese Alfred Sauvy nell’agosto 1953 aveva parlato di un solo pianeta diviso in tre “mondi”, quello capitalistico, quello a economia pianificata, e un ”terzo mondo” di paesi poveri e poverissimi attraversati da fermenti di ribellione che aspiravano alla liberazione dalla dipendenza coloniale imposta dai paesi industriali; nel mondo ...
La Gazzetta del Mezzogiorno, martedì 5 agosto 2014
Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it
Può sembrare una sterile liturgia ricordare, ogni anno, in piena estate, i bombardamenti di Hiroshima, avvenuto il 6 agosto, e di Nagasaki, avvenuto il 9 agosto di 69 anni fa, le due città distrutte in pochi minuti con 200 mila dei loro abitanti, dal lampo di due bombe atomiche, due ”piccole” bombe atomiche ciascuna con un potenziale distruttivo equivalente a quello di 15.000 chili di tritolo. Per chi ha venti anni oggi è un evento lontano, citato nei libri di storia, più o meno come era lontana per me, quando avevo ...
Verde Ambiente, 29, (2), 15 (marzo-aoprile 2013)
Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it
“Dove troveremo tutto il pane/Per sfamare tanta gente ?” Questi versi di una famosa canzone scout tornano alla mente pensando allo scandalo della fame e al sistema di governo dell’economia mondiale che destina la maggior parte delle risorse del pianeta ad una minoranza della popolazione. Certo, occorre adottare degli stili di vita e di “consumo” compatibili con criteri di giustizia internazionale, ma concretamente “dove troveremo tutto il pane” per cancellare lo scandalo che affligge i poveri del mondo ? Si tratta di 3000 milioni di persone, sparse in Asia, Africa, Sud America, ...
La Gazzetta del Mezzogiorno, giovedì 11 aprile 2013
Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it
L’enciclica “Pacem in terris”, appariva cinquant’anni fa, in un periodo di grandi tensioni internazionali. Le due superpotenze, Stati Uniti e Unione Sovietica, si confrontavano duramente in una gara rivolta ad avvertire il possibile avversario della propria potenza militare, soprattutto nucleare. Dopo l’esplosione sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki, nel 1945, delle prime due bombe atomiche, bombe “piccole”, con una potenza distruttiva equivalente a quella di “appena” 15.000 tonnellate di tritolo, peraltro sufficienti a uccidere centomila persone, le due superpotenze avevano costruito bombe nucleari sempre più potenti; ormai non si trattava ...