Da dove provengono le nebbie sopra le vostre città? "chiese uno dei
Marziani. "Principalmente dalla combustione del carbone" replicò
Grunthe. "Perché non prelevate l'energia direttamente dalla radiazione
solare? Col vostro sistema, per vivere state utilizzando il capitale invece
degli interessi." (Kurd Lasswitz, Auf zwei planeten, 1897)
1.Sviluppo sostenibile: la cura che utilizza gli strumenti che hanno
portato alla malattia
Lo sviluppo è un altro termine per esprimere la crescita economica:
ossia un incremento dei flussi di materia energia che attraversano il
sistema e che aumentano lo scambio di merci.
Questo sviluppo comporta un aumento del perimetro dei sistemi antropizzati
a discapito di quelli naturali, e un aumento del flusso di risorse
sottratte agli ambienti naturali. Che sono le cause della diffusione del
virus Sarscov2 e della pandemia conseguente in cui ci troviamo. Come
affermava Thoreau due secoli fa, se cammini nei boschi sei considerato un
fannullone. Se tagli i boschi e fai legna e costruisci case o mobili sei un
cavaliere del lavoro degno di considerazione: hai accresciuto il PIL del
tuo paese.
Altre dosi massicce di capitalismo e sfruttamento della natura ma con
piccole frazioni di ecologia sono una sintesi di cosa è lo sviluppo
sostenibile. Inoltre, l'industria deve riparare quanto ha distrutto, e in
parte ciò facendo si tinge di verde. Ma investire risorse per la cura
in misura rilevante è possibile se si ha una crescita consistente. E
il problema si ripresenta come un loop infinito. L'alternativa è:
rivedere il modello di società.
Dopo la Seconda guerra mondiale, l'Europa ha puntato tutto sullo sforzo
produttivo. Avendo rinunciato alla condivisione, alla solidarietà e
alla demilitarizzazione dell'economia ha investito essenzialmente nella
dimensione economico produttiva e del lavoro, dimenticando gli obiettivi di
ecologia, giustizia, democrazia partecipata auspicati dai movimenti di
liberazione dal nazifascismo.
Se l'economia europea avesse rivisto le sue basi teoriche, avrebbe posto al
centro la felicità delle persone, la realizzazione culturale,
spirituale, relazionale, ridimensionando le esigenze della produzione,
sicurezza, difesa. Così l'arretramento culturale e spirituale dei
cittadini nel lungo termine ha ripresentato il rischio del ritorno alla
barbarie (contro i più deboli, gli stranieri, coloro che la pensano
diversamente). Le masse impoverite e prive di strumenti culturali spingono
verso nuovi autoritarismi.
La crisi ecologica ha una dimensione globale: ci obbliga a rivedere tutto
il sistema attuale, produzione, ripartizione dei beni, stili di vita, cura
delle persone.
Mentre il primo principio della termodinamica classica ci dice che
l'energia si conserva, il secondo ci dice che la sua qualità si
degrada continuamente. Lo fa attraverso una funzione di stato: l'entropia.
La termodinamica ci dice anche che i sistemi di equilibrio (diversi da
quelli reali ma le cui equazioni ci permettono di studiare con sufficiente
approssimazione i sistemi reali) tendono a portarsi naturalmente a
condizioni di minima energia e massima entropia.
Significa che non è sufficiente ridurre i consumi energetici, ossia
fare efficienza: comunque la qualità della materia energia si degrada
e non può più essere utilizzata per produrre gli stessi risultati
(beni, forme di energia).
Un foglio di carta grafica dopo riciclo può diventare un ottimo foglio
di giornale, ma non può più essere usato per lo scopo iniziale.
Dopo alcuni cicli di riutilizzo, potrà essere usata per fare fibra di
cellulosa per coibentazione di edifici, ma non sarà piu in grado di
fare un giornale. Trova nuovi utilizzi apprezzabili ma di qualità
sempre inferiore. Le fibre della cellulosa che possedevano certe
caratteristiche meccaniche, le hanno perse nei cicli di produzione.
L'energia radiante di origine solare può essere convertita in calore o
elettricità, ma dopo tale conversione non può ritornare nella
forma energetica iniziale. È passata ad una forma energetica di
qualità (exergia) inferiore, o di entropia superiore.
Come scriveva Georgescu Roegen [1]: "In ogni sistema umano
vi sono solo due flussi: un input di materia energia a bassa entropia ed un
output ad alta entropia. Se li guardassimo solo come flussi di materia
energia, non vedremmo differenze e saremmo portati a ritenere equivalenti
il flusso a bassa entropia che garantisce il mantenimento della vita sul
pianeta, con quello ad alta entropia fatto di scarti di materia energia. Il
degrado ambientale e climatico ci confermano che così non è".
Se aumenta l'entropia della materia energia non vi è altra soluzione
che ridurre i flussi di energia necessari e passare da un obiettivo di
crescita economica ad ogni costo ad un obiettivo di decrescita.
Non è sufficiente quanto auspicava Hermann Daly nel suo famoso testo
Lo stato stazionario. L'economia dell'equilibrio biofisico e della
crescita morale
.
Lo stato stazionario, ossia "Un'economia con stocks costanti di persone e
artefatti, mantenuta a determinati, desiderati e sufficienti livelli, da
bassi tassi del 'flusso' di mantenimento in quello stato, ovvero i flussi
di materia ed energia più bassi possibili dalla prima fase della
produzione all'ultima fase del consumo", comunque implica un aumento di
entropia che richiede il rimpiazzo della materia energia utilizzata.
Gli stati stazionari si sono avuti per lungo tempo nella storia umana,
quando i flussi di materia energia erano compatibili per le loro dimensioni
con l'ambiente naturale terrestre.
Per gran parte della storia umana le società si sono trovate in
condizioni di quasi stazionarietà, ossia di crescita quasi zero.
Materiali e flussi di energia si sono mantenuti costanti nel processo
economico, generando flussi in uscita costanti e con minime o nulle
quantità di rifiuti.
La condizione ideale per realizzare una economia di crescita è la
transizione da un'economia agricola ad una industriale, o lo sfruttamento
delle risorse di altri paesi, o la guerra. Dopo la distruzione causata da
un conflitto armato, l'economia riparte con tassi di crescita a due cifre
ma non per molto tempo e ad un prezzo sociale enorme.
Il concetto di crescita è fuorviante e antitetico con quello di
sostenibilità della società umana a lungo termine.
Una condizione di stato stazionario non è sufficiente. Anche con
flussi di materia ed energia costanti nel tempo si realizza un aumento di
entropia: beni ed energia entrano con bassa entropia ed escono con entropia
maggiore. Quindi la loro capacità di produrre beni o lavoro utile si
riduce e si formano rifiuti e inquinamento. Non c'è crescita, ma
c'è comunque aumento di entropia. E chi stabilisce il livello minimo
del flusso di beni che deve essere prodotto?
Anche un tasso di crescita pari a zero non è una condizione che
garantisce la sostenibilità a lungo termine della comunità umana.
Siamo capaci di produrre beni come una sedia o un pistone di lega di
alluminio, che sono strutture altamente ordinate a bassa entropia. Ma per
la loro produzione abbiamo dovuto scaricare in ambiente molta più
entropia di quella che abbiamo ridotto nel bene prodotto.
Nella definizione di entropia entra il sistema che si analizza ma anche
l'ambiente di riferimento. Nata come grandezza fisico economica (valutare
il rendimento delle macchine termiche) essa permette di esprimere l'impatto
dei sistemi sull'ambiente.
Di seguito la definizione di rendimento exergetico (entropico) di un
sistema che scambia calore tra due temperature: il primo termine è il
rendimento energetico. La frazione esprime il rapporto tra i fattori di
Carnot di un serbatoio ricevente e uno che cede calore.T0 è
la temperatura ambientale.
Applicandolo ai sistemi utilizzati per riscaldamento, caldaie, pompe di
calore, sistemi ibridi, si verifica che è molto più rilevante la
corrispondenza tra le temperature di sorgente e utilizzatore del rendimento
di primo principio. Non è così rilevante l'efficienza del
generatore.
Per riscaldare gli ambienti si deve usare una sorgente con temperatura il
più possibile prossima a quella richiesta dall'utente. Quindi ci
indirizza lontano dalle combustioni verso l'utilizzo di calore geotermico,
solare, recuperi termici a bassa temperatura.
Quindi la legge dell'entropia ci dice come dobbiamo produrci l'energia
necessaria.
Ci indirizza a dismettere i fossili e sfruttare i giacimenti di calore
naturali del sottosuolo e l'energia solare. L'efficienza energetica ha
maggiore valore se fatta presso gli utilizzatori, alla fine della filiera
di utilizzo piuttosto che alla fonte, in produzione.
"È più efficace ridurre i carichi exergetici installando
componenti che riducono le perdite di calore e che sfruttano al massimo i
guadagni solari degli edifici piuttosto che incrementare il rendimento
delle caldaie in cui bruciare combustibili [2].
Per permettere agli edifici di utilizzare serbatoi di calore naturali e la
radiazione solare è necessario intervenire prioritariamente sulla
riqualificazione degli edifici civili, residenziali, commerciali e
industriali.
I nuovi edifici devono massimizzare i guadagni solari. Quelli riqualificati
devono ridurre al minimo i carichi termici con l'isolamento termico. Come
sintetizzato nel grafico successivo, solo in questo modo elettricità e
calore richiesti potranno essere forniti quasi esclusivamente da fonti a
bassa exergia e tramite la radiazione solare.
Una analisi incrociata sulla base di energia ed exergia consente una chiara
comprensione dell'importanza di allontanarsi dalle combustioni, per
rispondere alla domanda di energia negli edifici, e pone le basi per nuove
tecniche di progettazione energetica basate sull'uso di fonti rinnovabili e
di fonti di calore a bassa temperatura" [3].
Nel grafico successivo, è sintetizzata la revisione dei criteri di
progettazione alla luce del secondo principio: ove serve lavoro meccanico o
elettrico, si dovrà passare per il fotovoltaico prioritariamente,
eolico, idroelettrico, minimizzando il ricorso a fonti fossili e
combustioni ad alta temperatura (exergia elevata).
Queste combustioni dovranno essere cogenerative, e ammesse solo ove sia
sfruttato quasi interamente il potere calorifico del combustibile. Si
è visto che nelle reti calore cittadine invece si hanno percentuali di
utilizzo scadenti.
Ove richiesto calore a media temperatura, si dovrà utilizzare scarto
di calore di processo ove possibile, combustioni a biomassa ove possibile,
pompe di calore per alta temperatura (exergia media).
Per tutti gli utilizzi civili e industriali ove è richiesto calore a
bassa temperatura, si dovrà privilegiare calore geotermico, solare,
tramite pompe di calore, altri serbatoi naturali, scarti termici a bassa
temperatura.
Nel recuperare gli scarti termici industriali grande attenzione dovrà
essere posta, per prevenire che tale calore derivi da uso di combustibili
fossili, o da produzioni altamente inquinanti, altrimenti non si esce dal
circolo vizioso.
Chi prende in giro l'idea di una società della decrescita si dimentica
delle evidenze della storia umana. Come scriveva Roegen "Non esiste un moto
accelerato nella meccanica che non passi per fasi di moto uniforme. Allo
stesso modo, la crescita è una fase di passaggio tra uno stato
stazionario ed un altro".
Lo studio della crescita deve partire dallo studio degli stati stazionari
se vuole essere fondata scientificamente. Nessuno con una formazione
scientifico tecnica affermerebbe che uno stato di moto uniforme è
privo di significato. E allo stesso modo nell'evoluzione umana si trovano
innumerevoli casi di stadi economici stazionari o quasi stazionari.
Solo l'intervallo storico attuale è una eccezione alla regola, che
l'umanità è sempre avanzata con una velocità di crescita
così bassa che i cambiamenti si sono potuti rilevare nell'arco di
secoli o addirittura di millenni."
Ormai nei fatti le società capitaliste sono alla frutta, con tassi di
crescita dello zero virgola. Come tutti i sistemi fisici naturali si
portano in condizioni di equilibrio, non crescono più anzi tendono a
decrescere. Salvo che si scatenino dei conflitti armati, proprio per far
ripartire la crescita. Cosa ha consentito un allontanamento così
marcato dalle condizioni delle società umane del medioevo?
La tecnica, l'industrializzazione, consentite dall'accumulazione di enormi
capitali in alcune nazioni grazie alla schiavitù e al colonialismo.
Non è una condizione scientificamente ed umanamente replicabile, non
si può auspicare che si realizzi in ogni comunità umana. La
teoria della crescita ha utilizzato come basi culturali delle condizioni
storiche speciali, fondate sul genocidio.
Ci ricorda ancora Roegen: "Il severo vincolo della legge dell'entropia
richiede alla società umana di riconoscere che il vero 'prodotto' del
processo economico non è il flusso di materia energia, ma un flusso
'psichico relazionale', ossia la realizzazione della felicità per ogni
essere umano".
E qui si ritorna a quanto detto nel primo paragrafo. Tutte le tecnologie
che operano sulla minimizzazione dell'uso di energia e materia riducono gli
scambi commerciali, pur garantendo maggiormente la sostenibilità della
vita umana sulla terra. Esse comunque richiedono ricerca, conoscenze,
professionalità, nuovi posti di lavoro.
La persona umana nasce, cresce, per 15-20 anni, poi per i restanti 50-60
anni non cresce più. Però cresce in esperienza, conoscenza,
saggezza, spiritualità. Alla crescita materiale ne subentra una non
materiale ma più significativa per la persona e la comunità.
L'unica strada percorribile per quanto possa sembrare strano è quella
di una decrescita: volontaria riduzione degli scambi commerciali a favore
di scambi di valori d'uso, reti locali di mutuo aiuto, decentramento
massimo di istituzioni, sanità, scuola, produzione di energia e
lavorazioni, e politiche forti di conservazione delle risorse materiali ed
energetiche. Ritornare a considerare la natura come patrimonio essenziale
da conservare e accrescere: anche gli umani vivono una vita equilibrata se
stanno parte del loro tempo a contatto con la natura.
Spostarsi di meno, lavorare di meno, creare le condizioni per cui le
comunità possano realizzare le proprie aspirazioni e condurre una vita
dignitosa senza basarle sullo sfruttamento di altre comunità, è
l'obiettivo ultimo.
La decrescita deve essere studiata, preparata consapevolmente in tutti i
suoi aspetti, perché non sia confusa con una recessione. Nella
decrescita resta il fine della felicità delle persone, e una economia
dei valori d'uso, al posto dei valori di scambio, realizzata promuovendo
stili di vita sobri, ma anche orientando strutturalmente tutte le
componenti produttive e sociali verso il medesimo obiettivo.
Per questo tra i primi settori che devono essere messi in discussione, vi
è quello della difesa militare, delle risorse enormi dedicate a
polizie eserciti usati all'interno e all'estero, da convertire in una molto
meno onerosa difesa non armata.
[1]
N.G. Roegen, The entropy law and the economic process,
Harvard University Press, 1971
[2]
M. Shukuya, A. Hammache,
Introduction to the concept of exergy: for a better
understanding of low-temperature-heating and
high-temperature-cooling systems. Submitted to IEA Annex 37:
low exergy systems for heating and cooling of buildings.
Report.
Institut international du froid, 2004.
https://iifiir.org/fr/fridoc/3115
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