Giorgio Nebbia aveva la passione per
gli achivi cartacei e le biblioteche pubbliche e private.
Di più, nel raffronto tra “carta e
computer” e “carta e informatica” – come recitavano i titoli
di due tra i suoi ultimi articoli sulla “Gazzetta del Mezzogiorno”
- per l’archivio di documenti importanti chiaramente propendeva per
la carta. “Della carta si sanno molte cose: nei cinque secoli della
sua storia si sa quali tipi sono pervenuti a noi, si sa quali tipi di
carta sono stati attaccati dai parassiti o sono diventati fragili e
illeggibili”. Per i testi informatici, per quanto la “giovanissima”
rivoluzione microelettronica sia stata benefica “soprattutto per
chi studia e vuole avere notizie”, ci sono dei problemi sulla loro
conservabilità futura perché questi con il tempo possono
“scomparire” per un motivo o per l’altro.
Giorgio conosceva perfettamente il
problema dello spazio degli archivi cartacei e seguiva con dolore le
vicende non solo delle amministrazioni ma anche delle famiglie
costrette a mandare al macero vecchi documenti e vecchi libri, con
conseguente perdita di un patrimonio storico di conoscenza. Con Pier
Paolo Poggio, in Fondazione Micheletti, aveva capito che per la
storia dell’ambiente e dell’ambientalismo italiano, proprio per
il rilievo che la questione ambientale avrebbe assunto in futuro, era
ancora più importante “salvare le carte”. Grazie a Nebbia e
Poggio e ai collaboratori della Fondazione Micheletti, si è andato
così formando, di cantina in cantina, quel Centro di storia
dell’ambiente ospitato dal palazzo Martinento Colleoni di Pianezza
che è oggi ricco di vari “fondi” di grandissima importanza per
la cultura ecologica italiana.
Tra essi spicca per dimensioni e
completezza proprio il Fondo “Giorgio e Gabriella Nebbia”
(https://www.fondazionemicheletti.eu/italiano/documentazione/archivio/dettaglio.asp?id=119&pagina=2)
che ha avuto origine da un cospicuo versamento voluto e coordinato
dallo stesso Giorgio nei primi anni 2000 comprendente anche tutte le
carte relative ai suoi due mandati parlamentari precedentemente
ospitate dall’Archivio Centrale dello Stato. Questo primo
versamento, oggi ospitato presso il Centro di studi ambientali della
Fondazione Micheletti nel palazzo Martinento Colleoni di Pianezza,
comprende 450.000 carte delle quali circa 250.000 sono state
inventariate dando origine a due distinti cataloghi, uno riguardante
le carte parlamentari e uno le carte riguardanti l’energia solare.
Il Fondo, tuttavia, non comprendeva le
carte correnti né quelle che Giorgio aveva ritenuto di dover
conservare presso di sé nell’appartamento di Via Nomentana a Roma
dove ha vissuto l’ultima parte della sua vita fino alla sua
scomparsa nel luglio 2019. In quella casa Giorgio custodiva altri 180
faldoni contenenti, in perfetto ordine e catalogazione, tutte le
copie, le duplici copie e gli originali dei suoi scritti, molti dei
quali non ancora digitalizzati. I muri della casa su due piani,
inoltre, erano coperti di librerie ovunque: nell’ampio salone, nel
corridoio, nella camera, nello studio, nello sgabuzzino, in cantina,
e tutto l’attico superiore era divenuto praticamente un grande
archivio di libri.
È stato il figlio Mario, alla
scomparsa del padre, per rispettare le sue ultime volontà, a
preparare per prima i cartoni con l’archivio delle copie e degli
originali degli scritti di Giorgio e poi i 260 cartoni (!) con i
libri e gli altri innumerevoli documenti cartacei che erano presenti
nella casa. Un lavoro fisico enorme, anticipato dal rilievo
fotografico del posizionamento dei libri e dei documenti nelle varie
librerie e sui tavoli, e terminato con l’inventario del contenuto
delle scatole.
Personalmente ho avuto l’onore di
avere contribuito in piccolo all’impresa trasferendo fisicamente
con un furgone i cartoni contenenti l’archivio personale di Giorgio
Nebbia da Roma a Brescia. È stata per me una grande grandissima
emozione attraversare l’Italia in autostrada con un materiale così
prezioso, un patrimonio nazionale che in altri paesi probabilmente
avrebbe meritato una diversa considerazione dalle istituzioni
pubbliche. Oggi, in ogni caso, grazie principalmente al figlio Mario,
tutte queste ulteriori e preziose carte sono in Fondazione
Micheletti, salve. Come voleva Giorgio.
Sempre grazie all'imprescindibile e
generosa collaborazione di Mario Nebbia si sta inoltre pazientemente
procedendo al recupero e all'acquisizione dell'archivio digitale di
Giorgio. Un passo decisivo in questo senso è stato il versamento di
quelli che Giorgio aveva definito gli "Scripta minima",
cioè dei propri scritti conservati in formato digitale. Questi file
- generalmente in formato .pdf e in qualche caso in formato .doc o
.jpg - avevano due provenienze: nel primo caso si trattava di scritti
precedenti all'adozione del computer, scritti acquisiti facendo
scansioni dalle copie cartacee; nel secondo di scritti redatti
direttamente al computer che erano stati archiviati nel momento della
loro redazione e classificati con un codice progressivo e con
l'indicazione del luogo di pubblicazione o dell'occasione in cui
erano stati letti. Giorgio Nebbia teneva parallelamente un database
completo di tutti i propri scritti sin dal 1948 che si interrompe con
l'ultimo scritto pubblicato, nel gennaio 2019: da un confronto tra
database e archivio degli "Scripta minima" emerge che oltre
la metà della sua ampia produzione di scritti è conservata in full
text ed è ora in possesso della Fondazione Micheletti. La
sistematicità di Nebbia nel conservare e classificare la propria
produzione scritta in forma digitale ha permesso quindi
l'acquisizione di uno straordinario patrimonio, non solo molto ricco
ma già in larga parte ordinato e che sarà quindi possibile
utilizzare e mettere a disposizione con relativa facilità. Restano
però due problemi, che la Fondazione Micheletti affronterà nei
prossimi mesi. Il primo è quello di razionalizzare il database,
controllando accuratamente tutti gli items e omogeneizzando i
contenuti in modo tale che rifletta nel migliore dei modi la
produzione di Nebbia e sia più facilmente utilizzabile. Il secondo è
quello di continuare a verificare i materiali contenuti negli hard
disk dello stesso Nebbia per capire se contengono materiali
ulteriori, diversi dagli articoli e dai testi di letture, che siano
di interesse pubblico e/o che contribuiscano a far luce sulla sua
figura e sul contributo da lui dato al dibattito culturale e politico
nazionale.
Figura 1. Dall’archivio della Fondazione Micheletti una lettera di
Giorgio al Presidente del Cnr, Vincenzo Caglioti, riguardante la
conferenza Nato sulle tecnologie solari in corso a Sounion, in
Grecia, nel settembre 1961 e dalla collezione di immagini della
famiglia Nebbia, una foto di Giorgio medesimo mentre relaziona alla
conferenza.