È
morta Rita Levi-Montalcini, una figura immensa della Scienza e più in generale
della Cultura. Chi non l’avesse ancora fatto (e sarebbe gravissimo) è vivamente
pregato di andarsi a leggere quel Suo capolavoro (pubblicato nel 1987) che si
intitola Elogio dell’imperfezione. E di tenerne accuratamente copia
nella propria biblioteca. Ne avrà la stessa impressione già avuta (altro libro
che è vietato non leggere e non custodire) leggendo Atomi in famiglia di
Laura Fermi: l’esistenza di una borghesia illuminata di grande tradizione e di
grande valore di cui oggi non vi è più traccia. Le rivoluzioni sociali
provocate dalle guerre mondiali si pagano nel tempo…
Quel
fascismo che “uccise”, o quanto meno cancellò iniquamente, Federigo Enriques,
Vito Volterra e Tullio Levi-Civita fu colpevole anche della forzata uscita
dall’Italia della Montalcini. Che i fascisti di prima e seconda generazione vi
riflettano attentamente. Così come i comunisti dovranno prima o poi meditare
(venendone eventualmente a conoscenza…) sul trattamento inqualificabile che
l’Unione Sovietica riservò ai fisici russi Tamm e Landau (come non ricordare l’“ostilità”
alla sua adesione alla maxwelliana idea di azione per contatto in un mondo
dove, incredibile dictu, sopravvivano i fautori di una più
“proletaria” azione a distanza?).
È
di consolazione un fatto: in alcuni autorevoli elenchi dei premi Nobel la Montalcini è accredita
come scienziata USA. Con grande ed esplicitato disappunto da parte di alcuni
italiani - in quanto tali (per loro è l’unica legge di sopravvivenza)
sprovvisti di autocritica e di senso del ridicolo – che, avezzi a correre in
soccorso del vincitore, gridarono allo scandalo per questa attribuzione che
giudicarono illecita. Forse erano discendenti diretti di quegli altri italiani
che in piazza San Marco, nel 1866, dopo essere stati sconfitti a Custoza e a
Lissa (D’Annunzio, aproposito della Marina Asburgica, parlerà di «Gloriuzza di
Lissa», Sic!) e non essere stati ammessi al tavolo delle trattative di pace tra
l’Austria e la l’“alleata” Prussia di Sadowa e di von Bismarck, inscenarono
proteste per l’inaccettabile “ritardo” con cui da Napoleone III, che l’aveva
ricevuto in dono da Franz Joseph, il Veneto veniva regalato – sì, regalato – ad
un’Italia sconfitta per terra e per mare e che nel 1915 avrebbe per di più
tradito l’alleato prussiano.
È
doveroso aggiungere il fatto che alcuni parlamentari (onestamente il loro nome,
come quello di molti altri, non mi è rimasto impresso) qualche anno fa irrisero
la senatrice a vita Levi-Montalcini addebitandoLe l’avanzata vecchiaia.
Un
ultima “chicca”. Membro della Royal
Society, la
Prof.sa Montalcini ha ricevuto una serie infinita di lauree honoris
causa. Il Politecnico di Milano, che pure ha conferito lauree h.c. a figure
che, almeno in prima lettura, appaiono non del tutto contigue all’Ingegneria, non
ha ritenuto di allinearsi con questa scelta di altri Atenei.
Tutto
torna. Anche il fatto che l’esplicitamente dichiarato ateismo della Studiosa
sia sempre stato lasciato “in ombra”. Al solito, il Tevere è sempre troppo
stretto.